Gamer, chi e/o che sono?.
Un Gamer è colui che gioca per una buona parte della sua giornata ai videogiochi e non solo per divertimento, ma anche per carriera, ebbene si, avete ben capito, oggi come per i calciatori che del loro sport preferito fanno un lavoro, anche per chi gioca questa ludica attività può essere davvero redditizia.
I Gamer si dividono in un grande numero di categorie, da quelli che giocano nel tempo libero a quelli che fanno parte di una squadra o gruppo professionale, che non solo giocano per divertimento ma anche per vincere grandi premi in soldi.
Molte persone pensano che i Gamer sono degli sfaticati che tutto quello che sanno fare è giocare, in realtà un Gamer nasce dalla propia passione, la maggiorparte delle volte nata nell’infanzia, e cresce con i videogiochi che lo spingeranno a continuare a giocare anche da adulto.
Il pensiero sul Professional Gaming, sopratutto in Italia, è molto sopravvalutato. Questo fatto è causato dalla poca conoscienza su questo argomento. Quello che non è risaputo è che giocando professionalmente si possono vincere premi fino a migliaia di euro a torneo.
I Gamer, chiaramente come ogni professionista utilizza apparecchiature con prestazioni tali che gli permettono di poter gareggiare contro altri giocatori, e come la macchina per il pilota di formula 1, il PC per il gamer, è la cosa fondamentale per il suo lavoro.
I Gamer ovviamente non sono solo giocatori in solo o di squadra ma sono una enorme Community. Questa Community oltre ad unire i Gamer fra di loro combatte per molte cose. Un esempio di questi combattimenti della Community è successo non troppo tempo fa con le proteste non solo da parte dei Gamer ma da tutta la Community d’Internet contro le proposte legislative SOPA , PIPA e ACTA.
In conclusione, i Gamer sono persone diverse con pro e contro che possono essere notati da chiunque sia esterno alla Community o a questo tipo di “vivere” la propia vita da Gamer.
Giocare ai videogiochi non è solo un divertimento: in cosa eccellono i giocatori?
Per molti videogiocare significa divertirsi o semplicemente rilassarsi. Per altri è una vera sfida o persino uno sport (o eSport, per essere precisi). Essere un gamer porta con sé una serie di benefici non indifferenti, come le 8 cose che i giocatori fanno meglio dei non-giocatori.
Maggiore connessione
Che i giocatori siano “ben connessi” è un dato di fatto, tra liste di amici sterminate e community affiatate in cui gli utenti scambiano idee e opinioni sui loro titoli preferiti. Ma la “connessione” a cui ci riferiamo è un'altra: degli scienziati cinesi hanno scansionato tramite RMT sia i cervelli di alcuni videogiocatori accaniti e sia di non giocatori: confrontando i risultati hanno riscontrato che le varie aree del cervello degli hardcore gamer sono meglio connesse tra loro e lavorano in maggiore sintonia. A lavorare meglio è l'emisfero responsabile della logica e del pensiero analitico.
Il signore dei sogni
Secondo uno studio realizzato dalla canadese MacEwan University alcuni gamer sarebbero in grado di controllare i propri sensi anche durante il sonno. Cosa significa? Che rispetto ai non-giocatori hanno la possibilità di intervenire attivamente sui loro sogni e persino influenzarli, se non stravolgerli del tutto a proprio favore. E lo stesso vale anche per gli incubi che possono essere annientati come se fossero un possente boss di fine livello. Un sogno a occhi aperti, letteralmente.
Riflessi migliorati
Questo è un fatto già noto a tanti giocatori, ma fa sempre piacere ricevere una conferma scientifica, in questo caso frutto delle ricerche dell'università di Seakin, Australia. Ad essere effettivamente migliore è la cosiddetta coordinazione occhio-mano, molto più sviluppata, ad esempio, in bambini già esperti di videogiochi, rispetto ad individui cresciuti ma che non hanno mai sfiorato un controller. Insomma, se sei un maestro nell'afferrare al volo una palla o un vaso che cade, ora sai il perché.
Un giocatore non conosce dolore!?
Forse è un po' esagerata come affermazione. Il fatto curioso è che giocando riescono a distrarsi dal dolore. Lo studio della American Pain Society ha dimostrato che la realtà virtuale e i videogiochi hanno aiutato alcuni pazienti sortendo un effetto simile a quello degli antidolorifici. Meglio farsi una partita a Battlefield che imbottirsi di medicine?
Occhio d'aquila
Una frase che qualsiasi gamer si è sentito dire almeno una volta in vita sua è: “Guarda che poi ti peggiora la vista, smettila di giocare". Per alcuni scienziati della New York University è l'esatto contrario: già nel 2007 emerse che 30 ore passate su uno sparatutto in prima persona migliorano visibilmente la risoluzione spaziale, al punto da portare le cavie dell'esperimento a distinguere nitidamente piccoli oggetti posti a distanza ravvicinata tra loro. Secondo un altro studio i gamer sono in grado di percepire il 50% di differenze minime in più (tra due elementi a confronto) rispetto ai non-gamer.
Scelte più rapide
Decisioni, decisioni: ogni giocatore ha a che fare con decisioni cruciali ogni giorno. Che si tratti di una possibile tattica da attuare in uno sparatutto in prima persona o di una scelta multipla con potenziali effetti sul medio e lungo termine in un intricato gioco di ruolo, i giocatori le compiono con più velocità. I ricercatori dell'Università di Rochester hanno riscontrato che i giocatori stanno piano piano sviluppando una sensibilità sempre maggiore agli eventi che accadono intorno a loro. E questo vale anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni: guidare, orientarsi in aree sconosciute, tenere d'occhio un amico in una folla, azioni in cui i gamer eccellono.
Creatività
Forse sei troppo vecchio per trarre vantaggio da questa cosa, o forse no, ma merita di essere menzionata. Gli scienziati della Michigan State University hanno studiato gruppi di bambini e adolescenti, abituati a utilizzare smartphone e tablet, soffermandosi su un aspetto specifico: la creatività. Il gruppo più creativo era quello composto da giocatori, già abilissimi a inventare storielle.
Meno aggressivi
Sappiamo già cosa stai pensando: conosci più di una persona che non rientra in questa categoria, ma per la Ohio State University è in realtà verissimo. I giocatori che si dedicano più spesso al multiplayer cooperativo, abituati a collaborare anche con sconosciuti, per ottenere la vittoria sono molto meno aggressivi rispetto alla media. Un risultato che ha sorpreso gli stessi ricercatori dato che è opinione comune che sia l'esatto contrario. Anche con i giochi più violenti è possibile tirare fuori il meglio di sé risultando meno aggressivi e godendosi la partita in un clima di totale tranquillità.
Qualunque sia il tuo modo di essere un Gamer, fallo in modo intelligente, non esagerare perchè eccedere non è mai una cosa positiva.